François Fiendrelamor
Esercizi di Tanatosi
ed. Catalepsy
ed. Catalepsy
2011 pp.150
risvolto
TANATOSI
L’arte di fingersi morti
Imparare a simulare in modo convincente uno sguardo inespressivo, un viso privo di qualsiasi emozione, un corpo che non ha bisogno di nulla e, se possibile, con l’aiuto di antiche tecniche psicomagiche, a rallentare il palpito del cuore e il flusso sanguigno fino a raggiungere il pallore di chi è stanco e non ha voglia di sentir storie. E se proprio occorre camminare o dover pronunciare qualche sillaba che sembriate un morto che cammina o che parla. Insomma la tanatosi, l’arte del fingersi morti, un deleuziano divenire-cadavere che l’autore con riferimenti colti e pieni di humour, nero s’intende, ci presenta come efficace strategia di sopravvivenza negli spazi di prossimità post-urbani. Con un stile di scrittura ondivago che lascia pensare a un cadavre exquis surrealista, il discorso spazia dall’etologia - le frodi di pesci, insetti e rettili ai danni dei loro potenti ma stupidi predatori - alla metis dei greci - l’astuzia del mediocre che vince la forza del più talentuoso – , dalla filosofia di Foucault e de Certeau alle furbizie e all’arte di guerriglia di tutti i popoli privi di esercito regolare, fino a proporre la tanatosi talvolta come l’unica via di fuga dinnanzi alle pretese e alle minacce del mondo: quelle del capo-officina, del capo-cantiere o del capo-ufficio produttivista, quelle del partner insaziabile, quelle del marito o della moglie logorroici, quelle dell’amante invadente, quelle degli amici inopportuni, quelle dei vicini impiccioni, quelle dei passanti indiscreti e dei tanti altri scocciatori che popolano il vostro mondo. L’autore ci mette in guardia da questa torma di veri morti che fingono di essere vivi e misurano tutto in termini di perfomance, invita voi, i pochi vivi rimasti davvero, a fingersi morti per passare inosservati e continuare a vivere e vegetare indisturbati, salvo riconoscervi con una strizzatina d’occhio, facendo attenzione a sciacalli e avvoltoi.
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